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IRPEF, fasce di reddito e contribuenti: quanti divari!

Mara Guarino

L'indagine annuale condotta dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali conferma un trend noto: quella dell'IRPEF è una bilancia in disequilibrio, territoriale ma non solo. Mentre quasi la metà degli italiani (il 47%) non dichiara redditi, tra i versanti è l'esiguo 13,94% dei contribuenti con redditi dai 35mila euro in su a corrispondere da solo il 62,52% dell'imposta

IRPEF, chi paga il conto? La mappa per tipologia di contribuente

Lorenzo Vaiani

La scomposizione delle dichiarazioni dei redditi per contribuente mostra come, al netto del bonus-TIR, oltre la metà (50,9%) dell'IRPEF sia carico dei dipendenti. Seguono i pensionati, che versano un terzo del totale (33,3%), e gli autonomi (12,7%), mentre il restante 3,1% arriva da chi ha altre fonti di reddito

Alcune notizie utili per la riforma fiscale

Alberto Brambilla

Quando si parla del sistema fiscale italiano si tende spesso a trascurare una forma di progressività "occulta" ma significativa: all'aumentare dei redditi diminuiscono fino a sparire deduzioni e agevolazioni. Un bell'incentivo a evadere in un Paese nel quale il 43,68% dei cittadini paga solo il 2,31% di tutta l'IRPEF, mentre il 13,22% ne corrisponde il 58,86% 
 

L'inganno del cashback: zero effetti sull'evasione

Alberto Brambilla

Per un Paese ad alta infedeltà fiscale come l'Italia lotteria degli scontrini e cashback di Stato sono davvero le giuste soluzioni per contrastare economia sommersa e fenomeni di evasione? Il punto di vista (e le proposte alternative) di Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

L'errore dello sconto: gli inefficaci sgravi fiscali al Sud

Alberto Brambilla

La ripresa del Paese post COVID-19 passa indubbiamente anche dal rilancio del Mezzogiorno: difficile però pensare di raggiungere l'obiettivo continuando a perseguire la miope strada degli sgravi senza prima crearne le condizioni con investimenti pubblici infrastrutturali e adeguate politiche industriali 

La sanatoria dei migranti non crea occupazione: in 500mila senza lavoro

Alberto Brambilla e Natale Forlani

Fallito l'obiettivo di soddisfare il fabbisogno di stagionali nei comparti dell'agricoltura, la sanatoria si conferma - come d'altra parte lecito attendersi sulla base degli esiti di quelle passate - uno strumento incapace di creare vera occupazione e usato in molti casi solo per ottenere il permesso di soggiorno ricorrendo a collaborazioni domestiche fittizie 
 

Le "falsità" sui migranti

Alberto Brambilla e Natale Forlani

Se i numeri ne certificano il fallimento sul piano quantitativo, la recente sanatoria fortemente voluta dal Ministro Bellanova non sembra aver centrato i propri obiettivi neppure sul fronte qualitativo: in sottofondo, una narrazione del fenomeno migratorio basata su assunti spesso infondati e destinati a generare politiche controproducenti per gli stessi migranti 

Quando la toppa è peggio del buco

Alberto Brambilla e Natale Forlani

Oltre alla sanatoria per i lavoratori stranieri che si trovano irregolarmente in Italia, il "decreto Rilancio" interviene sul tema del lavoro agricolo introducendo una norma che trasforma il sussidio al reddito in una sorta di salario minimo, garantito dallo Stato, e arrotondabile con altre prestazioni sulla base della buona volontà dei percettori: un caso da studiare per le politiche del lavoro del futuro o una scelta a dir poco discutibile?

Sanatorie e migranti, basta guardare a esiti e ricorsi

Alberto Brambilla e Natale Forlani

Tra le misure più discusse del cosiddetto decreto "Rilancio", l'esecutivo ha previsto anche una procedura per regolarizzare (per motivi di lavoro) una parte degli stranieri che vivono in Italia: eppure, la storia delle ultime sanatorie dimostra come questi provvedimenti spesso non centrino il bersaglio fallendo persino nell'intento di tutelare i lavoratori irregolari